SENTIERO CAI 182

ATTENZIONE SENTIERO CAI 182 CHIUSO NON PERCORRIBILE

Sentiero:

Sentiero 182

Tratto:

Torano – Frantoio di Piastra – La Facciata – Cave Lorano – Colle dell’Uccelliera – Fontana Antica – Rif. Carrara

Sezione:

CAI CARRARA

Stato sentiero:

Inagibile o Interrotto

Note:

Inagibile sul versante lato mare per attività di cava. Per maggiori informazioni contattare la sezione CAI di Carrara

Descrizione del percorso:

Superato il cimitero di Marcognano la strada si biforca: a destra, dopo il ponte, si entra nel paese di Torano (142m), a sinistra invece la strada si inoltra nei bacini marmiferi di Torano tra cui quello di Lorano che dovremo seguire.

Questo tratto è a senso unico in discesa per cui parcheggiamo l’auto. È possibile farlo in paese oppure prima, infatti poco dopo il cimitero di Marcognano c’è un ampio parcheggio. Non esistono indicazioni per il sentiero 182 ed anche lungo il percorso ne troveremo poche, ma, d’altra parte, si tratta di seguire la strada per le cave.

Quindi prendiamo per la strada a senso unico ed in pochi minuti arriviamo alla zona lavaggio camion (questo viene fatto per evitare l’accumulo di polveri sottili in città portate dal trasporto incessante del marmo con gli autocarri), sulla sinistra in basso ci sono la fonte del Pizzutello e le strutture dell’acquedotto.

In 09’ siamo al ponte sul canale Porcinacchia, prima di attraversarlo si stacca a sinistra il sentiero 40 che tralasciamo, lo faremo al ritorno per chiudere l’anello.

Saliamo ed in un paio di minuti siamo alla pesa pubblica per i camion che trasportano il marmo dalle cave, da qua a sinistra una biforcazione della strada porta alle cave di Pescina e di Boccanaglia, noi continuiamo in avanti e a 15’ siamo sopra un ponte della ex ferrovia marmifera, continuiamo la strada principale evitando ogni deviazione.

Siamo circondati dalle prime cave ed in alto abbiamo il crinale del monte Maggiore. A 27’ sulla sinistra c’è una infermeria delle cave con la scritta Servizi Sanitari. A 35’ in località Piastra (mt.267) incontriamo un grande edificio bianco: si tratta dello stabilimento della Omya che produce carbonato di calcio usando il marmo.

C’è anche una torretta con un segno stinto del sentiero 182 ed indicazioni stradali per le cave di Lorano, dobbiamo curvare a sinistra, lasciando la strada principale che va in direzione di Conca-Ravaccione dove inizia il sentiero 39 per la Foce di Pianza.

La strada sale con costanza con rari segni di sentiero, sulla sinistra abbiamo una cresta montuosa che si dirige verso l’Uccelliera invece sulla destra la cresta che scende dal monte Maggiore ed il panorama si apre sulle varie cave della zona tra cui il Polvaccio e Canalgrande. Salendo, la vista arriva fino al mare, al porto di Marina di Carrara, alla costa ed alle isole.

In particolare verso mare abbiamo la cava di Betogli situata proprio nella parte terminale della cresta del Maggiore che essa ha ormai devastato.

Continuando incontriamo i caratteristici muri di contenimento della strada formati da gabbie di ferro riempite di detriti marmorei che ci accompagnano per un po’. A 1h 12’ su una torretta troviamo ancora il segno del sentiero.

E dopo 10’ (1h 21’) la strada è chiusa da una sbarra che superiamo, qua è necessario fare attenzione perchè dopo pochi metri c’è un bivio: bisogna prendere a sinistra in direzione di Lorano 2 ed evitare la deviazione a destra che porta ad altre cave tra cui quella della cooperativa di Lorano che è la più grande in zona. Poco dopo la strada diventa decisamente sterrata.

A 1h 54’ un alto muro di contenimento fatto con pannelli di cemento oltre che con marmo. A 2h 04’ siamo ad un edificio abbandonato piuttosto grande con una indicazione “Cava 21 Lorano2”. Saliamo e a 2h 42’ lasciamo una cava in alto a destra e dopo pochi minuti (2h 47’) la strada si riduce ad uno stradello. In alto ormai è ben evidente il monte Uccelliera con il piazzale panoramico e la zona del monte Borla.

Continuiamo per una zona di assaggi di cave e, descrivendo un arco, arriviamo ai ruderi di una casa con segni del sentiero a 2h 58’. A questo punto i segni, per quanto sbiaditi, indicano chiaramente la strada da percorrere.

Dobbiamo superare il costone roccioso a destra della casa che ci porterà ad una strada di cava, siamo nella zona del Vasaro.

A sinistra abbiamo l’Uccelliera ed a destra le cave sotto il monte Maggiore, di fronte il Borla e, salendo, il monte Sagro.

La salita è lunga ed abbastanza faticosa e ci richiede quasi un’ora, a 3h 50’ infatti siamo su una via di cava sterrata che prendiamo a sinistra e a 4h 04’ siamo alla carrozzabile per la foce di Pianza, giriamo a sinistra ed andiamo al piazzale dell’Uccelliera (mt.1230) dove arriviamo a 4h 15’ questo è un notevole punto panoramico su diversi cave, su Carrara, sul mare e sulle isole dell’arcipelago toscano e sul golfo della Spezia.

Dal piazzale un’altra strada asfaltata si dirige verso Acquasparta dove è il ristorante Belvedere e da dove in pochi minuti è possibile salire al rifugio Carrara ed a Campocecina. A pochi metri dall’imbocco della strada abbiamo a destra l’indicazione per il sentiero 182 che continua per Fontana Antica ed il rifugio (servono 20’) e a 4h 26’ siamo alla fonte freschissima di Acquasparta dopo la quale il sentiero 183, che sale a destra, porta in pochi minuti al rifugio Carrara.

Noi andiamo invece al Belvedere che è ad un centinaio di metri e facciamo una breve sosta per rifocillarci. Dopo una sosta di 25’ iniziamo il viaggio di ritorno.

Seguiamo le indicazioni per i sentieri 185-171 che scendono pochi metri dopo il Belvedere a sinistra, presso il piazzale di Acquasparta (Parco della Memoria) in cui sono state poste le sculture dedicate alla Shoah nel 2001, esso è meritevole di una sosta, è molto suggestivo ed emozionante, specialmente con la neve.

Scendiamo tra roulotte stanziali, entriamo in un boschetto che più avanti diventa più folto, ed in un paio di minuti siamo presso un gruppetto di case riattate (l’antico alpeggio di Acquasparta) ed a sinistra abbiamo la deviazione per il 171 che va alle case del Cardeto: noi proseguiamo per il 185.

La discesa nel bosco è molto piacevole, in questo tratto è una pineta, frutto di un rimboschimento non molto rispettoso della flora locale, a 15’ troviamo l’ingresso di due grotte ad interesse speleologico e a 23’ c’è un altro bivio: a sinistra sale il sentiero 40 per i Grenzi e le case Cardeto e Monzone in avanti il 40 ed il 185 percorrono un tratto insieme.

Finisce la pineta e percorriamo un tratto molto ameno tra i faggi fino ad arrivare a 34’ al bivio del 40 che si dirige a sinistra presso una grotta, oggi poco visibile per la vegetazione rigogliosa, ma ben evidente in inverno. Il sentiero torna un po’ indietro scendendo dolcemente di nuovo in pineta ed in 6’ siamo ad uno spiazzo presso la carrozzabile per Campocecina che prendiamo in discesa per qualche minuto.

Lasciamo a sinistra una casa non completata e subito dopo siamo in località Monte della Formica, dove è presente anche una mini stazione meteo. Qua, dove la strada curva, scende il sentiero 40 diretto a Torano, il luogo è molto panoramico sulla costa. A 46’ iniziamo la discesa entrando in un boschetto piuttosto degradato, all’inizio in maniera piuttosto ripida, poi più tranquilla.

A 1h 08’ percorriamo un tratto ripido in discesa tra arbusti ed alberi a cui dobbiamo afferrarci per scendere, dopo 7’ passiamo ad una zona quasi pianeggiante, tra buche di cinghiali e subito dopo inizia la discesa della Pianaccia.

È questa una crestina rocciosa ben segnata anche con alcune paline di legno, la terminiamo a 1h 33’ e dopo scendiamo ancora tra arbusti, ginestroni per arrivare a 1h 39’ al bivio tra il sentiero 40 ed il 40a (rinumerato 193) che va verso il monte d’Arma.

Ci fermiamo un attimo per riposarci e vediamo passare, in basso, una famigliola di cinghiali. Continuiamo per il 40 che entra nel bosco e lo attraversa fino ad una pozza frequentata dai cinghiali, che, comunque, oggi è a secco.

Poi scendiamo per una zona meno boscosa tra roccette e folta vegetazione ed a 2h 08’ arriviamo ad una rupe panoramica.

Da essa si vedono Torano ed i bacini marmiferi, Carrara ed il mare. Scendiamo ed in pochi minuti troviamo un’indicazione “grotta” su un albero a sinistra, poi attraversiamo un ravaneto di rocce grigie, il sentiero è in leggera discesa e piuttosto monotono, inoltre in estate la vegetazione è folta e non mancano i rovi.

Sulla sinistra intravediamo in basso depositi di marmo e le cave di Crestola e di Calacatta che ci accompagnano a lungo.

Poi il sentiero scende più ripidamente ed arriviamo (2h 41’) ad una cisterna di cemento che rimane a sinistra, scendiamo più dolcemente e a 2h 52’ incrociamo uno stradello che porta al monte d’Arma, subito dopo lo stradello ci sono degli abbeveratoi, il sentiero inizia a scendere con alcuni ripidi tornanti, alla fine dei tornanti si prende a destra ed in 100 metri siamo all’imbocco del sentiero (3h 01’) ed alla chiusura dell’anello.

Rimane da percorrere l’ultimo tratto sulla strada e a 3h 13’ siamo all’automobile.