SENTIERO CAI 5

Descrizione del percorso:

La strada asfaltata finisce poco dopo una casa con annessa maestà privata, qua fermiamo l’auto. Ben evidente è l’inizio, a destra, dei sentieri 5/6 rispettivamente per il rifugio Forte dei Marmi e per il Forato.

A pochi metri dalla partenza c’è una prima maestà con annessa panchina per riposarsi, essa è stata restaurata dalla famiglia Giannaccini.

Il sentiero sale a sinistra nel bosco di castagni e per un breve tratto si vede lo sterrato in basso che continua la strada asfaltata che abbiamo fatto in auto (iniziata nel 1973 questa avrebbe dovuto collegare Stazzema con Palagnana ed il Rifugio, fortunatamente il progetto non si è realizzato, preservando la bellezza di queste zone).

In 5’ dalla partenza siamo al bivio: a sinistra si stacca il sentiero 6 (che faremo al ritorno) per il monte Forato, a destra il sentiero 5, che imbocchiamo, per il Rifugio Forte dei Marmi ed il Callare del Matanna.

Il sentiero è molto tranquillo e si sviluppa nel bosco di castagni. A 10’ incontriamo un’altra maestà, in questa c’è un’immagine in terracotta del 1998 della Madonna del Popolo, probabilmente quella originale, in marmo, è stata asportata da vandali per rivenderla a qualche arricchito per la solita cupidigia di denaro.

Notiamo una bella fioritura di viole, euforbie, primule, ginestre ed erba cornetta (coronilla emerus). In basso sentiamo lavorare ad una cava di pietra da cui si alzano grandi gru gialle.

Lungo il sentiero ci sono tre brevi tratti attrezzati con corde metalliche per agevolare la progressione quando il terreno è scivoloso, ma non sono necessarie particolari competenze tecniche.

Inoltre sono presenti ruderi diversi, alcuni, le cosiddette “burraie”, servivano ai pastori ed ai montanari per conservare gli alimenti, altri sono fornaci di calce usate per produrre il cemento per costruire le abitazioni.

A 30’ c’è un breve tratto di salita più ripida: di fronte il Procinto ed il Nona mentre a destra abbiamo il Matanna (la visuale è buona perchè il bosco è spoglio, in estate invece si vede poco).

Proseguiamo con tratti pianeggianti seguiti da salite e a 45’ incrociamo un traliccio dell’Enel. Finalmente a 55’ arriviamo alle Sorgenti della Grotta: qua c’è una captazione d’acqua con relativa fonte freschissima e l’incrocio con il sentiero 5bis che proviene a sinistra dalle Scalette.

Pochi metri a sinistra c’è anche l’imbocco del sentiero 121 (fonte di Moscoso-S.Rocchino) che faremo al ritorno (il breve tratto da qua fino all’Alpe della Grotta è a comune tra 5 e 121). Inoltre c’è una maestà con icona marmorea del 1727 dedicata a S.Antonio e Santa Margherita.

Dopo una breve sosta prendiamo a destra per il 5/121 in direzione del Rifugio. Costeggiamo le pendici del Nona con un agevole sentiero. Ad 1h 05’ arriviamo al bivio: a destra continua il sentiero 121 sul quale, a 50 metri tra gli abeti, si trova il rifugio Forte dei Marmi, invece a sinistra sale il sentiero 5 per il Callare del Matanna che noi seguiamo.

Questo tratto è il sentiero dedicato all’ingegner Aristide Bruni (che nel 1879 scalò il Procinto, ma probabilmente fu preceduto da boscaioli locali) e sale ripidamente per le pendici calcaree del Monte Nona: la vista che si gode è splendida ed arriva al mare. Su noi incombe la parte del Nona molto amata dagli arrampicatori.

In dieci minuti arriviamo alla cengia rocciosa attrezzata con una fune d’acciaio molto utile in caso di ghiaccio. Saliamo ancora ed a 1h 25’ troviamo la deviazione a sinistra per il Procinto che porta alla cintura ed alla ferrata.

Proseguiamo per il sentiero che continua a costeggiare il monte Nona e a 1h 40’ siamo ad un traliccio dell’Enel da cui si ha una buona vista su Procinto e Matanna e dopo 5’ di salita siamo ad un intaglio con una sorta di ara pagana. In realtà questo traforo (del Pizzo di San Pietro) è artificiale e fu fatto alla fine dell’ottocento per allestire una via attrezzata per il monte Nona.

Noi saliamo ancora pochi minuti ed a 1h 50’ siamo al Callare del Matanna, segnalato da un altro traliccio dell’Enel e da un crocifisso. A sinistra sale il sentiero per il monte Nona mentre a destra quello per il Matanna.

In basso oggi ci sono cavalli al pascolo e scende il sentiero per l’albergo rifugio Alto Matanna (1037m) da cui è possibile seguire il sentiero 109 per la Foce delle Porchette ed altri sentieri per San Rocchino e la Foce del Crocione.

Una breve sosta e scendiamo per il sentiero appena fatto in salita ed a 2h 30’ siamo all’imbocco del sentiero per la cintura e dopo mezz’ora siamo al bivio per il rifugio; scendendo abbiamo dato un’occhiata ad alcune lapidi che in genere non si vedono quando c’è la vegetazione: esse sono dedicate a vittime della prima guerra mondiale del Cai di Firenze.

In pochi minuti siamo alla fonte ed all’imbocco del 121 (3h07’) . Esso sale subito abbastanza rapidamente costeggiando il Procinto, notiamo punti di attacco di diverse vie di roccia e finalmente a 3h 50’ arriviamo al notevole punto panoramico della Retaia presso il quale troviamo la piazzola dell’elicottero ed il rifugio privato la Baia degli scoiattoli.

La vista che si gode fino al mare è molto bella. Ci fermiamo per uno spuntino. Per scendere imbocchiamo il sentiero 121 che aggira il Procinto scendendo per il bosco ed in 20’ siamo al sentiero 6 che imbocchiamo verso sinistra. In pochi minuti (26’) siamo ad un gruppo di case riattate con una maestà ed una lapide dedicata a San Francesco.

Continuiamo ed a 35’ siamo al bivio con il 5bis per il rifugio Forte dei Marmi che sale a sinistra. Continuiamo per il nostro sentiero e costeggiamo la casa del Pittore che è un piccolo villino immerso nel verde del bosco, preceduto da una maestà.

Questa abitazione è chiamata in questo modo perchè fu abitata ed affrescata dal pittore versiliese Filadelfo Simi (1849 Levigliani-1923 Firenze).

Poco dopo c’è la casa Giorgini (735m) (a 45’) presso cui c’è un servizio bed and breakfast per gli escursionisti. Adesso il 5bis scende alle Scalette mentre noi seguiamo il 5 che curva a sinistra ed all’inizio troviamo una captazione di acqua con fontana, il tutto è ben segnalato da cartelli indicatori.

Il sentiero adesso è lastricato ed in pochi minuti (50’) siamo ai resti di una miniera di minerale nero, o di un tentativo di aprirne una (la zona di Stazzema è nota per le sue attività estrattive specialmente di ferro) che lasciamo a sinistra e subito dopo abbiamo una maestà con un muro pericolante, essa ha un’icona marmorea fatta di recente, a destra notiamo la strada di cui abbiamo parlato all’inizio.

A 1h 06’ siamo al bivio con il sentiero 6 ed in pochi minuti arriviamo all’auto (1h 12’). Tempi: 4h30’ fino alla Baita; 1h sosta; 1h15’ discesa.