SENTIERO CAI 5A

Descrizione del percorso:

Il sentiero 5bis con una revisione della numerazione diventa 5A. La strada asfaltata finisce presso una casa con annessa maestà privata, a sinistra parte il sentiero 5/6 per il rifugio Forte dei Marmi e per il Forato, noi invece continuiamo per la strada, che ben presto non è più asfaltata, per circa un chilometro e parcheggiamo in uno spiazzo (615m) detto “Le scalette” prima che la strada curvi a destra.

Da qua si gode di ampia vista sul Procinto e monti vicini, l’attacco del sentiero è subito a destra con una breve rampa rocciosa con un cavo d’acciaio per facilitare la salita.

Entriamo nel bosco e saliamo abbastanza ripidamente per un sentiero intagliato nel fondo argilloso ed in dieci minuti incontriamo il sentiero 6. Esso proviene da destra e pochi metri sotto c’è una fonte di buona acqua dell’acquedotto di Stazzema.

Di fronte invece c’è la base logistica del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) di Querceta a cui si arriva seguendo uno stradello che all’inizio ha una casa adibita al ricovero delle capre. Da sinistra invece sale la strada su cui abbiamo parcheggiato, noi prendiamo il sentiero 6 a sinistra in alto.

Esso segue una antica via di comunicazione tra la Versilia e la Garfagnana. In 20’ siamo alle Casa Giorgini (735m) che fa servizio bed and breakfast, altri 5’ di curve e siamo all’ingresso della Montanina (detta anche casa del Pittore) che è un piccolo villino immerso nel verde del bosco e subito dopo incontriamo una prima maestà.

Questa abitazione fu abitata ed affrescata dal pittore versiliese Filadelfo Simi (1849 Levigliani-1923 Firenze). Ancora pochi minuti e a 30’ dalla partenza siamo alla prima deviazione a destra con il 5bis (nuovo 5A) che si dirige al rifugio Forte dei Marmi (quindi il primo tratto che abbiamo fatto è a comune tra il sentiero 5bis (nuovo 5A) ed il 6).

Il sentiero procede nel bosco molto tranquillo salendo leggermente, costeggiando alcuni ruderi ed a 40’ siamo ad un’altra maestà che rimane un poco più in alto presso un altro gruppo di case riattate sotto il gruppo della Bimba del Procinto, di fronte godiamo una bella vista sulla Pania e sul Corchia.

Continuiamo ed in 10’ siamo alla seconda deviazione verso destra per il Rifugio Forte dei Marmi con il sentiero 121 che in alto costeggia il Procinto.

Subito dopo una terza maestà, a 54’ troviamo a destra il sentiero 8 da Cardoso e la captazione acqua con annessa fonte (Fonte Moscoso) che si trova poco sotto. A 1h c’è la prima deviazione per la Foce delle Porchette a destra (sentiero 8) noi seguiamo a sinistra ancora il 6 (per un breve tratto il 6 e l’8 coincidono).

Adesso il sentiero scende un poco fino ad una grotta o stazzo per gli animali che si trova in alto, siamo nel bosco e continuiamo costeggiando il Nona. A 1h 10’ a sinistra la deviazione per Mosceta-Cardoso (sentiero non numerato ma dovrebbe essere il 124 bis), dietro noi abbiamo il Procinto, il Nona ed il Matanna e davanti la cresta del Forato.

A 1h 29’ a destra il secondo sentiero che va alla foce delle Porchette (numero 129) per altra strada ed in 5’ siamo alla Maestà dei Fratelli Meccheri da cui si diparte a sinistra il 124 per Cardoso. Continuiamo a destra il nostro sentiero che con alcuni ripidi tornanti ci porta alla Foce di Petrosciana (961m) sono passate 1h 40’ dalla partenza.

La zona è molto panoramica sul gruppo del Procinto da una parte e sul Croce dall’altra, è presente quella che sembra la base per una maestà ormai perduta e molte indicazioni per sentieri e croci commemorative. È valico importantissimo tra l’alta Versilia e la Garfagnana sin da tempi remoti.

Da qua il sentiero 6 continua in basso verso Fornovolasco mentre a destra in basso c’è il sentiero 131 per Casa del Monte, Foce di Valli ed il Forato, in alto invece c’è il sentiero 110 alternativo per il Forato e Foce di Valli con l’indicazione anche della ferrata: è questo il sentiero dedicato all’ingegner Renato Salvatori.

Noi prendiamo quest’ultimo che sale a sinistra subito in maniera piuttosto ripida, tra rocce ed alberi, a 1h 56’ un breve tratto di corda metallica permette di superare alcune roccette insidiose in inverno, poi il panorama si apre sui paesi di Pruno, Volegno e Cardoso.

Poco dopo sulla sinistra, segnata di blu, inizia le ferrata Salvatori che porta alla vetta meridionale e più alta del monte Forato, dalla quale un breve sentiero porta alla base dell’arco del monte, dove incrocia il sentiero che stiamo facendo.

Ora il sentiero entra nel bosco curvando verso destra e a 2h 11’ si apre il panorama sul monte Croce ed il Nona.

Ancora qualche minuto ed il bosco si fa fitto ed il sentiero corre praticamente parallelo alla ferrata con qualche saliscendi per arrivare a 2h 30’ ad un intaglio panoramico al quale arriva il sentiero della ferrata e si stacca, verso l’alto, un sentierino che sale l’arco roccioso del Monte Forato.

Chi volesse salire l’arco tenga presente che la salita è corta e facile, ma richiede attenzione e mancanza di vertigini, in particolare c’è un passaggio esposto da superare. È possibile, comunque, arrivare ad una sorta di pianoro sommitale e panoramico dell’arco, salendo, molto più facilmente dall’altro lato.

A 2h 35’ siamo alla base del Foro, dove sostiamo qualche minuto. Volendo salire alla vetta settentrionale del monte, dove è posta una croce, si sale a sinistra per qualche minuto. Noi evitiamo la vetta e scendiamo a destra, subito troviamo sulla destra il raccordo col sentiero 12 che sale da Casa del Monte, noi continuiamo il 110 avendo di fronte una splendida vista delle Panie con in primo piano la Cresta Pulita, che ci accingiamo a percorrere.

A 3h 02’ iniziamo a salire e poco dopo (3h 15’) siamo sulle rocce con rari alberi. Il sentiero a tratti è in cresta mentre a tratti si mantiene più in basso nel versante est, qualche breve tratto è anche in discesa, a 3h 35’ siamo decisamente tra gli alberi e a 3h 55’ inizia la discesa finale per Foce di Valli.

A 4h siamo a Foce di Valli (mt.1266), all’ombra dell’unico albero e ci fermiamo a riposarci una ventina di minuti.

Qua arrivano anche altri sentieri: l’impegnativo 125 da Mosceta, il 7 da Cardoso e Collemezzana, il 131 da Foce di Petrosciana. Poi iniziamo l’ascesa della Costa Pulita, il versante Est della Pania della Croce.

Il sentiero, nel primo tratto, è nell’erba ed alcune basse paline segnate aiutano nell’orientamento, poi in alto è su sfasciumi e su rocce.

La parte iniziale è una salita ripida ed abbastanza diritta, poi il percorso è a brevi zig-zag (4h 40’). A 5h 29’ arriviamo e sostiamo qualche minuto al Passo degli Uomini della Neve (mt.1690), che deve il proprio nome al fatto che, in passato, dalla Versilia si saliva qua per recarsi al versante nord della Pania per approvvigionarsi di neve.

Il luogo è estremamente panoramico sull’Uomo Morto e la Pania Secca, inoltre da qua parte un impegnativo itinerario di cresta, non segnato, per la vetta della Pania della Croce (cresta est). Scendiamo con attenzione, il primo tratto è un intaglio nella roccia ricco di belle fioriture, poi, poco dopo (5h 40’), abbiamo un breve tratto con catena metallica che aiuta nella progressione, all’inizio una splendida stazione di Abstrantia sulla roccia, un secondo tratto di catena dopo 6’, il sentiero scende fino ad arrivare a 5h 54’ al raccordo con il sentiero 126 che sale il vallone dell’Inferno per la cresta e poi la vetta della Pania.

Ancora pochi minuti (5h 57’) e siamo alla Focetta del Puntone ameno valico posto proprio al centro del massiccio delle Panie. Qua arriva anche il sentiero 139 che percorre l’orrida Borra di Canala da Nord, il luogo è estremamente panoramico.

Continuiamo sulla destra salendo alcune rocce e poi su sentiero molto ameno e siamo finalmente al Rifugio Rossi (mt.1600-6h 15’) posto sotto la cresta dell’Uomo Morto in felice posizione panoramica: la vista, completamente aperta, spazia sulle Apuane Nord, dal Sagro al Pisanino, sul monte Fiocca e Sumbra, in primo piano, e sull’Appennino.

Dopo la sosta per riprenderci saliamo prima sulla cresta terminale dell’Uomo Morto, per intenderci il “mento”.

Le tracce di sentiero nell’erba iniziano presso il rifugio, la salita alla cresta richiede 10’ il panorama è molto bello ed aperto sulle Apuane più meridionali: Croce, Nona, Matanna, Procinto e, in secondo piano, Piglione, Prana , notevole poi anche la vista sulla Pania della Croce ed il Pizzo delle Saette nel versante Est.

La salita al Naso (Puntone di Mezzo al Prato) richiede poco di più, si segue una deviazione del sentierino precedente che si mantiene parallela al Naso, sempre tra l’erba e poi si sale per qualche minuto il Naso fino alla sua parte più alta.

L’Uomo Morto è un’isola scistosa nell’ambiente calcareo delle Panie, si trova infatti proprio in mezzo a loro e ha questo nome perchè ricorda il profilo di un uomo coricato. Nella salita al Naso ho avuto occasione di ammirare uno splendido esemplare di Aquilegia di Bertoloni, endemismo apuano e provenzale.

SALITA ALLA PANIA SECCA. Per salire seguiamo la cresta Ovest-sud-ovest la via più semplice e frequentata. L’itinerario non è segnato, anche se qua e là appaiono vecchi segni blu, però è ben marcato da numerosi ometti di pietra ed è ben evidente il suo tracciato sulla roccia.

Partiamo dal Rifugio Rossi scendendo il sentiero 7 lasciandoci sulla destra, una dopo l’altra due timide fonti, infatti il flusso d’acqua è estremamente ridotto. A 8’ si stacca sulla destra un sentiero tra l’erba ed i mirtilli che fiancheggia la cresta dell’Uomo Morto, detto sentiero si congiunge dopo pochi minuti con un altro proveniente dal basso, sempre sul 7.

A 16’ il sentiero comincia ad attraversare facili rocce e compaiono i primi ometti, la vista sui monti circostanti è sempre notevole per tutto il percorso. Nel primo tratto qualche saliscendi e a 32’ inizia la salita più ripida, aggirando un contrafforte roccioso.

A 43’ siamo alla base del dosso sommitale e dopo pochi minuti (50’) siamo presso la cresta finale, ma ci manteniamo quasi sempre un po’ in basso nel versante ovest, a 1h precisa siamo in vetta, che è un pianoro abbastanza largo segnato con un’asta metallica.

Sostiamo cinque minuti e poi scendiamo, a 1h 30’ siamo alla base del dosso sommitale e a 1h 55’ alla fine della parte rocciosa, a 2h 07’ siamo al Rifugio. Quindi poco più di un paio d’ore. Il tragitto non è difficile, nella buona stagione, con la dovuta cautela nella parte più alta.

RIFUGIO ROSSI – STAZZEMA. Itinerario perfettamente identico a quello di salita, che descrivo sinteticamente solo nei tempi. A 10’ siamo alla Focetta del Puntone, a 29’ al Passo degli Uomini della neve, a 1h 31’ a Foce di Valli, a 2h 37’ al Monte Forato, a 3h 27’ alla Foce di Petrosciana, a 4h 20’ alla Fonte di Moscoso e a 5h 07’ siamo all’auto.

Il tempo comprende anche una serie di soste per almeno 40’, forse di più.