SENTIERO CAI 112

Descrizione del percorso:

Lasciamo l'auto poco prima della discesa asfaltata per il cimitero di Casoli, dopo una serie di box di lamiera per custodire le auto. Prima della discesa per il cimitero ce ne sono due e c'è un po' di spazio per parcheggiare.

Partiamo dall'inizio della discesa per il cimitero, dove sono presenti le indicazioni dei sentieri 2 e 112 su un palo della luce. Scendiamo ripidamente e, dopo pochissimo, alla prima curva della strada per il cimitero prendiamo verso sinistra, seguendo il ben evidente sentiero.

Sulla destra, in basso, scorre il torrente Lombricese e ci sono le propaggini del modesto monte Ciurlaglia, con le pareti calcaree scavate dalle acque, tipiche di tutta questa zona. A 4' siamo presso un'edicola con icona marmorea del 1885, dedicata a S. Domenico del Rosario, qua si accede a una serie di costruzioni poste più in alto e, più avanti, presso un altro accesso della stessa casa, c'è un’icona marmorea di S. Giovanni del 1934.

Dopo un tratto iniziale di falsopiano a 7' iniziamo a salire un po' per arrivare a una marginetta (430 m), restaurata nel 2004 e dedicata a San Rocco. Qua i due sentieri si separano: il 2 sale a sinistra (lo faremo al ritorno), mentre il 112 prosegue in falsopiano a destra. Seguiamo quest'ultimo e tralasciamo la traccia a destra a un bivio non segnato, subito dopo la marginetta.

Il sentiero non è ben segnato nella parte iniziale, ma la traccia è comunque ben evidente, trattandosi di una vecchia mulattiera che si sviluppa nel bosco. Stiamo costeggiando il Rio Lombricese e tutta la zona è ricca di acque che scendono in ruscelli e rivoli secondari.

A 15' superiamo un primo ponte sul Fosso della Grotta all'Onda che scende da sinistra per immettersi nel Rio Lombricese. Adesso prendiamo a salire per la mulattiera che presenta tratti in buon stato di conservazione, a tratti scorgiamo tra le fronde il borgo di Casoli e dietro le propaggini del monte Gevoli.

A 30' superiamo un altro ponte sul Fosso del Boschetto, tributario di quello dell'Acqua Bianca, che andremo a costeggiare per un tratto. La salita continua anche a tornantini; più avanti a 55' la salita si fa meno faticosa e a 01h 06' scorgiamo terrazzamenti nel bosco, ormai coperti da vegetazione, qua e là scorgiamo arbusti e alberelli di Euonymus europaeus (berretto di prete) con i tipici frutti rossi, cui deriva il nome comune. Tra le fronde scorgiamo anche il monte Matanna coperto dalla prima neve.

Poco più avanti il ruscello scorre sotto un tipico riparo di roccia che in queste zone è facile a trovarsi e poteva essere rifugio per gli uomini preistorici. A 01h 14' superiamo facilmente il fosso e saliamo ripidamente verso destra. La sede del sentiero è adesso più ampia, continuando troviamo un altro ruscello che costeggiamo, mantenendolo sulla nostra sinistra e che più avanti supereremo senza problemi.

A 01h 32' scorgiamo tra le fronde, verso sinistra, i ruderi della Chiesa di Campo all'Orzo, dove arriveremo tra circa un'ora. Seguono saliscendi e a 01h 42' scorgiamo, abbastanza distanti, un gruppo di abitazioni (case Borelle) e subito dopo sulla sede del sentiero ci sono alcuni alberi, caduti di recente, che ci costringono a qualche equilibrismo per superarli. Poco dopo, a 01h 48', siamo a un modesto guado (sempre del Canale dell'Acqua Chiara) e riprendiamo a salire.

Dopo 10' lasciamo a destra un canalino roccioso e continuiamo a salire, mentre il bosco si dirada e il panorama si apre sulla costa, su Gabberi, Lieto, Matanna e, lontano, sulla cresta Carchio - Focoraccia.

Intanto la neve aumenta in quantità e a 02h 08' arriviamo alla Focetta San Vincenzo, con indicazioni di vari sentieri. Infatti qua arriva, oltre al sentiero 112, il 104 da Metato e il 101 dal Passo del Lucese, percorrendo il quale in pochi minuti si arriva alla baita Barsi degli Amici della Montagna di Camaiore. Inoltre inizia anche la via più semplice per salire al monte Prana.

Da parte opposta il sentiero 101 prosegue per la Foce del Termine e poi per quella del Pallone, inoltre una ampia traccia verso destra porta alla vicina Baita Verde degli Amici di Campallorzo. La zona è panoramica in particolare sul vicino monte Prana, sul Piglione e sul Matanna. Dopo 5' di sosta andiamo a percorrere il sentiero 101, in direzione della Foce del Termine.

Nel primo tratto la visuale è aperta sulla sinistra sulla costa e su Gabberi, Lieto e di fronte sul Matanna. A 02h 26' siamo ai ruderi della Chiesa di san Rocco, a Campallorzo, che da tempo si vorrebbe restaurare e trasformare in una struttura ricettiva per escursionisti e scolaresche. I ruderi si trovano in bella posizione panoramica e qua si ammira nuovamente anche il Piglione.

Qua arriva il sentiero 102 da Piè Lucese e, in basso, verso destra si nota una costruzione rurale con davanti i tipici covoni versiliesi. Stiamo percorrendo la parte alta di Campo all'Orzo che scende verso destra, e nei suoi terrazzamenti era coltivato l'orzo, da cui il nome.

A 02h 31' lasciamo la zona della chiesa percorrendo un tratto ameno di crinale per poi spostarci sul versante di destra che guarda sul Piglione.

Saliamo un poco e cominciamo a trovare qualche albero, a 02h 39' troviamo i ruderi di una marginetta dedicata a Sant'Antonio. Continuiamo in falsopiano, tra vegetazione più abbondante, e a 02h 45' siamo presso un'abitazione, sulla sinistra, con indicazione via Lencia (nome della zona) e un'altra costruzione è più in basso, verso destra, lungo questo tratto prosperano le piante di agrifoglio con le loro bacche rosse.

Le piante diminuiscono fino a scomparire e a 02h 55' siamo al punto più alto dell'escursione, a 1010 metri, il panorama si riapre anche verso sinistra sul mare e di fronte abbiamo una splendida vista sulle Panie innevate.

Adesso scendiamo a mezzacosta per raggiungere, a 03h 14', la Foce del Termine o del Crocione, con un breve tratto di salita. La foce è un importante valico tra il Camaiorese e la Garfagnana, da cui passava l’importante strada Lombarda (via dell’olivo). Essa è conosciuta come Foce del Termine perché rappresenta il punto di confine tra i comuni di Camaiore, Stazzema e Pescaglia.

Oggi si trovano tutti nella provincia di Lucca, ma prima del 1847 (quando lo stato di Lucca passò alla Toscana) Stazzema era enclave del Granducato di Toscana, mentre sia Camaiore che Pescaglia appartenevano al Ducato di Lucca. Di conseguenza qua passava un confine di stato.

Oggi qua transita il sentiero 2 che appunto ricalca l’antica via Lombarda, da Casoli per Pascoso (che in parte percorreremo al ritorno), poi il 103 per la Groppa, con deviazione alla vetta del Piglione, il 101 che abbiamo percorso e che continua per la Foce del Pallone.

Il luogo è aperto e panoramico anche sull'Appennino e sul monte Croce. Sostiamo fino a 03h 40' quando cominciamo la discesa per il sentiero 2 che nei primi metri coincide con il 101, fatto per arrivare alla foce.

Scendiamo per qualche tornantino costeggiando il Fosso del Boschetto, altro tributario del Rio Lombricese. A 03h 57' lo attraversiamo e lo superiamo una seconda volta in una zona molto umida e finalmente a 04h 02' siamo sulla roccia per tratto a saliscendi che costeggia le ultime pendici del Matanna, mentre a sinistra abbiamo la valle del Fosso del Boschetto che ha scavato delle marmitte e supera con cascatelle alcuni salti. Questo tratto di sentiero è molto bello e selvaggio.

A 04h 08' scendiamo e scorgiamo sulla sinistra il Prana e 5' dopo entriamo nel bosco che si infittisce. A 04h 21' sulla destra c'è una finestra panoramica sul Matanna e poco più avanti, a sinistra, si scorge bene il Prana. Poi il bosco si dirada e a 04h 34' passiamo presso un riparo sotto roccia e tra le fronde intravediamo la Grotta all'Onda, abitata dall'uomo in epoca preistorica.

Scendiamo per tratto ameno e a 04h 43' una traccia, marcata da un ometto, di dirige verso destra in direzione della Grotta all'Onda, scendiamo per ripidi e stretti tornantini e alla fine di questo tratto di discesa troviamo un'altra deviazione per la grotta, segnata da segni gialli, e subito dopo c'è una fonte abbeveratoio con una traccia che sale a sinistra che trascuriamo.

Ora scendiamo per tratto scivoloso a causa delle molte foglie di castagno umide, siamo in zona molto ricca di acque, e a 04h 59' attraversiamo un ponte su un tributario del Fosso della Grotta all'Onda e poco più avanti scendiamo per ripidi tornantini. A 05h 06' sulla destra abbiamo i ruderi di una marginetta, il percorso si fa più dolce e sulla destra abbiamo il Fosso della Grotta all'Onda, ancora qualche tornante e poi ci sono i ruderi di un vecchio mulino e subito dopo un ponte sul Fosso a 05h 13'.

Di fronte al rudere c'è una traccia che seguiamo per qualche minuto, fino a una costruzione addossata alla roccia (casa d'abrì), le pareti calcaree della montagna sono scavate dall'erosione e qua e là alcune corde fanno pensare che vengano usate come palestre di roccia.

Torniamo al ponte e a 05h 27' riprendiamo il cammino sul sentiero 2, subito dopo c'è una deviazione, in salita sulla destra, segnata di rosso, anch'essa diretta alla Grotta all'Onda.

Noi scendiamo e troviamo subito un rudere a cui ne segue un secondo. A 05h 35' siamo ai tornantini che in un paio di minuti ci portano alla marginetta di san Rocco dove chiudiamo l'anello. A 05h 49' siamo al punto di partenza.