SENTIERO CAI 40

Sentiero:

Sentiero 40

Tratto:

Torano – La Pianaccia – Piscinicchi – I Grenzi – Casa Cardeto – Monzone Alto – Ponte di Monzone

Sezione:

CAI CARRARA

Stato sentiero:

Percorribile

Note:

Presenza di vegetazione invasiva nel tratto Pianacce - Monte Formica

Descrizione del percorso:

Una revisione della numerazione ha attribuito al sentiero 40a il numero 193. L’imbocco del sentiero 40a (rinumerato 193), poco segnato, è nella piccola strada di Monte d’Arma, che è l’ultima prima della curva, naturalmente verso monte. Fatti pochi metri notiamo sulla destra una chiesetta abbandonata, mentre sulla sinistra c’è una mulattiera che è il nostro sentiero.

Salendo, in circa dieci minuti arriviamo ad una villetta da cui si vede bene la zona di Monterosso e l’ospedale di Carrara. Proseguiamo: intorno a noi le piane sono terrazzate, in parte coltivate ed in parte tenute ad ulivi ed il panorama è su Carrara fino al mare e sulle cave di Torano ed oltre.

Dopo 25’ arriviamo ad uno sterrato che parte da Torano e sale all’abitato di Monte D’Arma, lo seguiamo a sinistra, attraversiamo un boschetto di pini sulla parte più alta della collina (305m) ed in 33’ siamo al gruppo di case che costituiscono l’abitato del Monte d’Arma.

In pochi minuti siamo poi ad un bivio dove dobbiamo prendere a destra. Il sentiero non è molto segnato, ma è ben evidente e segue la cresta della collina che separa la valle di Torano da quella di Gragnana.

Il panorama è aperto sulla destra su Carrara, fino al mare ed al porto, su Sorgnano, Gragnana ed in fondo in alto Castelpoggio, mentre sulla sinistra ammiriamo il Sagro e diversi bacini marmiferi. Dopo 55’, dopo una breve salita arriviamo ad un traliccio dell’Enel, subito dopo ad un bivio prendiamo a sinistra e saliamo ad una rocchetta da cui si gode di una vista eccellente (1h 05’).

Di fronte abbiamo una rupe più alta con un altro traliccio che raggiungiamo in pochi minuti, la costeggiamo a sinistra e per un intaglio un poco esposto prendiamo a destra, con Torano ben evidente in basso con i suoi tetti (1h 15’).

Siamo circondati da ruta, mirto, narcisi; di lì a poco siamo al traliccio. Seguiamo la cresta panoramica, sempre molto ampia, incontriamo dei recinti di pietra nel lato verso Sorgnano, continuiamo la cresta molto aperta fino ad incontrare un rudere di casa ridotto alla sola facciata dove bisogna fare molta attenzione: infatti i segni sembrerebbero dirigerci a sinistra dove ci sono tracce di sentiero con segni rossi sulle piante, che arrivano ad un traliccio poco distante e poi scendono in basso su terreno molto scivoloso: questo percorso scende, però, a Gragnana.

Dobbiamo invece prendere decisamente a destra (1h 50’) e dopo pochi metri troviamo un sentiero con dei segni sulla roccia, che seguiamo verso sinistra in alto: è il nostro sentiero che continua la cresta. In 10’ minuti siamo ad una altro traliccio (n° 314). Continuiamo a salire tra anemoni, elicriso, mirto, erica e rare querce, con a sinistra Gragnana e a destra le cave di Torano.

Troviamo poi una recinzione che teniamo a sinistra, e continuiamo la cresta nonostante gli scarsi segni, a volte scendendo un poco, ma le tracce del sentiero sono ben evidenti.

A 2h 30’ troviamo un muraglione di sassi e tracce di uno stradello che scende ancora a sinistra, noi continuiamo a destra ancora per la cresta, superiamo un’altra facile rupe fino a raggiungere dei ruderi con una pozza frequentata da cinghiali (3h 15’), ed in pochi minuti siamo al bivio con il sentiero 40 proveniente da Torano.

Sono passate 3h 30’ dalla partenza. Adesso prendiamo il sentiero 40 per scendere a Torano. Questo sentiero è ben segnato ed attraversa un boschetto fino ad una pozza, anch'essa frequentata dai cinghiali, poi scende per una zona meno boscosa tra roccette, ed in 25’ conduce ad una rupe panoramica.

Da qui si vedono Torano ed i bacini marmiferi, Carrara ed il mare. Scendiamo ed in pochi minuti troviamo un’indicazione “grotta” su un albero a sinistra, poi attraversiamo un ravaneto di rocce grigie; il sentiero è in leggera discesa e piuttosto monotono. Sulla sinistra vediamo in basso depositi di marmo e le cave di Crestola e di Calacatta che ci accompagnano a lungo.

Poi il sentiero scende più ripidamente ed arriviamo (1h 05’) ad una cisterna di cemento che rimane a sinistra. Il bosco non è molto fitto ed è costituito essenzialmente da querce, con un sottobosco di corbezzoli, eriche e ginestre nelle zone più aperte.

Il sentiero scende dolcemente ed in primavera c’è un’intensa fioritura di epatiche, anemoni trifogliati ed euforbie. Ad 1h 25’ incontriamo lo stradello che porta al monte d’AArma, volendo lo si potrebbe seguire per andare a riprendere il sentiero dell’andata, ma preferiamo scendere per il sentiero 40.

Subito dopo lo stradello ci sono degli abbeveratoi, il sentiero inizia a scendere con alcuni ripidi tornanti; il fondo del sentiero è argilloso e quindi scivoloso con la pioggia. La zona è ricca di viole, primule, anemoni bianchi ed in primavera essi sono nel massimo della loro fioritura.

Alla fine dei tornanti si prende a destra ed in 100 metri siamo all’imbocco del sentiero (1h 40’). Siamo al ponte sul canale Porcinacchia e prendiamo a destra per la strada, in basso a sinistra ci sono la fonte del Pizzutello e le strutture dell’acquedotto di Carrara, poco avanti arriviamo alla zona lavaggio camion (questo viene fatto per evitare l’accumulo di polveri sottili in città portate dal trasporto incessante del marmo con gli autocarri), in 10’ arriviamo alla deviazione per Torano.

Noi continuiamo il viale per circa 1,5 km lasciandoci sulla destra il cimitero monumentale di Marcognano E a circa 2 ore dall’inizio del sentiero di ritorno siamo di nuovo a S. Rocco.