SENTIERO CAI 32

Sentiero:

Sentiero 32

Tratto:

Azzano – La Polla – Via Fanfani – Grotta di Celè – tornante ex-marmifera dei Colonnoni – Cava della Tela – Foce dell’Onda – P.so del Vaso Tondo

Sezione:

CAI PISA

Stato sentiero:

Sconsigliato/Rischioso

Note:

Pericolo caduta massi lungo la Via Fanfani.

Descrizione del percorso:

In corrispondenza dello spiazzo presso cui lasciamo la macchina un cartello ci indica che la località La Polla, ove parte il sentiero 32, si trova a 1.6 km lungo la strada sterrata di fronte a noi. Dato che quest'ultima risulta chiusa da un cancello, dobbiamo procedere a piedi.

Il panorama spazia su Carchio e Focoraccia e, almeno inizialmente, sulla parete sud dell'Altissimo. Incontriamo dapprima una casa (13'), dopodiché una sbarra e quasi subito dopo, sulla destra, una bella maestà (Cappella della Madonna della Tacca Bianca) posta in corrispondenza del bivio in località La Polla (24').

Qua, sulla sinistra, troviamo il cartello segnalatore del sentiero 32 per la cresta sud-est del Monte Altissimo, indicato per escursionisti esperti; una scritta su roccia ci avverte inoltre che di qua parte anche il cosiddetto sentiero dei cavatori, ben segnato di rosso.

Per un certo tratto i due sentieri procedono in comune. In 6' ci troviamo a dover attraversare un ruscello (probabilmente a regime torrentizio) piuttosto rinforzato dalle recenti piogge, e subito dopo un grosso ravaneto.

A 35' i due sentieri si dividono: il 32 a sinistra, “i cavatori” a destra. Va detto che fin qua avevamo incontrato solo segni rossi: evidentemente la segnaletica del 32 deve ancora essere completata, ed è stata tralasciata nei tratti ove ovvia oppure coincidente con quella di altri sentieri.

Ci inerpichiamo per quella che credo essere stata una via di lizza, il tracciato è evidentissimo e di conseguenza i segni bianco-rossi sono piuttosto radi.

Saliamo non ripidamente ma in maniera costante, e presto ci tuffiamo nell'ombra di un boschetto, dall'aspetto – ad onor del vero – tutt'altro che autunnale. A 1h 06' occorre fare attenzione: un segno rosso su un albero sembrerebbe farci continuare dritti, mentre sulla nostra destra è evidentissimo un segno bianco-rosso che ci indica uno stretto tornante.

Il sentiero cambia bruscamente direzione, e la vista si apre progressivamente sulla parete sud dell'Altissimo. Procediamo altri 18' fino a incontrare una netta svolta a sinistra.

La salita si fa ora molto ripida: ci spostiamo con stretti zig-zag nella direzione di massima pendenza, su prati misti a rocce.

Da qua i segnavia iniziano a essere frequentissimi (e si manterranno tali fino alla fine del sentiero), inoltre alcuni ometti (probabilmente usati dal CAI per aiutarsi nella tracciatura) aiutano ad individuare il passaggio migliore.

La vista è ottima sul Monte delle Tavole e su quello che rimane del Picco di Falcovaia, mentre alla nostra destra possiamo osservare un grosso ravaneto.

A 1h54' incontriamo un primo e breve tratto con cavo metallico. Siamo in cammino da 2h01' quando arriviamo a un importante snodo: nella direzione da cui proveniamo scendono anche dei segni rossi – che in effetti avevamo già incontrato – per il Passo della Greppia, sulla destra scende una via di lizza in direzione Cava della Tacca Bianca / La Polla mentre un terzo sentiero per il Passo degli Uncini (anche qua segni rossi) prosegue inizialmente in comune col 32.

È importante qua non fare confusione tra le molte indicazioni presenti, o si rischia di sbagliare strada: noi dobbiamo spostarci leggermente a sinistra per aggirare una roccia, ma sostanzialmente procediamo dritti, lungo il proseguo della via di lizza precedentemente citata. In 10' siamo a un (ennesimo) grosso ravaneto, superato il quale il sentiero svolta bruscamente a sinistra, abbandonando la via di lizza e guadagnando quota molto in breve.

In alcuni punti è stesa una corda, utile specialmente per rendere più sicura la progressione in caso di sentiero bagnato e dunque scivoloso. A 2h20' incontriamo un nuovo bivio con segni rossi, che trascuriamo (non è riportata però l'indicazione della destinazione), e immediatamente dobbiamo affrontare quello che è probabilmente il tratto più impegnativo.

Dapprima dei gradini metallici, corredati di cavo, ci consentono di superare una roccia liscia quasi verticale, dopodiché imbocchiamo un lungo traverso (stiamo passando sotto la parete sud del monte) quasi interamente attrezzato anch'esso con cavo metallico.

Va detto, comunque, che i punti veramente esposti o problematici non sono poi molti se paragonati alla lunghezza del cavo stesso. 8' e siamo a un altro imponente ravaneto, preludio della zona di Cava Colonnoni, alla quale il sentiero si avvicina piegando immediatamente a sinistra in corrispondenza di un muro di pietra.

Inizia qua un nuovo tratto molto ripido: dobbiamo infatti risalire un canalone – peraltro caratterizzato dalla presenza di un grosso tubo metallico ormai arrugginito – aggirandolo per quanto possibile con dei zig-zag data la notevole pendenza.

La parte alta entra in un bosco (ora i colori autunnali sono evidenti): uno strato di foglie umidicce ricopre il sentiero, rendendolo molto scivoloso (e, temo, assolutamente improponibile in caso di pioggia recente).

Un ultimo sforzo, poi, per superare un tratto pressoché scalinato e conquistiamo finalmente la cresta sud-est del Monte Altissimo: siamo in cammino da 3h. Il tratto di pura cresta dura però pochi metri: ci spostiamo infatti sul versante più interno, ricongiungendoci col sentiero 143 che continua ben evidente, ma scarsamente segnato, in direzione della vetta.

È presente, peraltro, un cartello indicatore del sentiero 32 che abbiamo appena percorso. Proseguiamo su roccia, senza difficoltà, e incontriamo un nutrito gruppo di escursionisti appena scesi dalla vetta, coi quali ci fermiamo a scambiare qualche chiacchiera.

Affrontiamo infine gli ultimi passaggi rocciosi, e a 3h 22' siamo anche noi sulla spaziosa sommità del Monte Altissimo.

Purtroppo alcune innocue ma consistenti nubi coprono il panorama, che altrimenti spazierebbe a 360°, con in evidenza specialmente Sella, Macina, Fiocca e Sumbra da un lato e Freddone, Corchia e Pania della Croce dall'altro.

Restano comunque ben visibili il monte Pelato e la cresta del Vestito. Dopo un'ora di sosta ripartiamo. In 11' siamo nuovamente al cartello che ci indica il 32; scavalchiamo la cresta e a 4h53' siamo in prossimità di Cava Colonnoni.

Altri 24' e siamo al crocevia di sentieri già incontrato all'andata: stavolta prendiamo la via di lizza in direzione Cava della Tacca Bianca, e in 11' raggiungiamo la marmifera proveniente da località La Polla, lungo cui scendiamo affrontando una lunga serie di tornanti. Notiamo, inoltre, dei segni rossi anch'essi diretti a La Polla.

La marmifera che percorriamo attraversa una cava attiva (dovrebbe trattarsi di cava Mossa), dunque questa opzione per la discesa può essere utilizzata esclusivamente nei giorni festivi: in quelli lavorativi occorrerebbe scendere per il medesimo percorso dell'andata.

A 6h13' siamo nuovamente alla maestà in località La Polla (la marmifera arriva esattamente qua), e a 6h30' siamo all'auto.