SENTIERO CAI 196

Sentiero:

Sentiero 196

Tratto:

Strada per Vinca/Ponte sul t. Lucido di Vinca – La Canalonga – Lizza del Balzone – innesto sent.183

Sezione:

CAI CARRARA

Stato sentiero:

Sconsigliato/Rischioso

Note:

Non sicura lizza del Balzone per rischio caduta sassi.

Descrizione del percorso:

Partenza dalla piazzetta di Vinca, dove si trova lo spaccio alimentari e dove termina il ramo di sinistra della via asfaltata.

Scendiamo per la strada che costituisce il sentiero 39, arriviamo al bivio della strada e al cartello indicatore di Vinca e, subito dopo, a 6’, troviamo sulla destra la deviazione del sentiero 39 per la vicinissima Madonna della Neve.

Il sentiero 39 è diretto ad Aiola e a Equi Terme, invece dalla parte opposta si dirige alla Foce di Pianza e a Torano, al ritorno lo percorreremo per un lungo tratto.

Adesso scendiamo i 12 ripidi tornanti della strada provinciale in buona parte all’ombra del bosco. Più in basso scorgiamo anche il percorso iniziale della marmifera che porta alla Canalonga.

A 47’ siamo presso il Ponte sul Lucido, sulla sinistra della strada, qua inizia il sentiero 196 (inaugurato quest’anno) con tanto di cartello esplicativo sul percorso. Questo è il punto più basso della nostra escursione.

Attraversiamo il ponte e seguiamo il sentiero ben segnato che conduce alla valle della Canalonga e alla via di Lizza del Balzone. In questa valle, fino a metà del secolo scorso, era operativa l’impressionante teleferica del Balzone che superando un dislivello di 700 metri portava il marmo dalle cave del Sagro e del Borla a Monzone, prima dell’apertura della strada Carrara-Campocecina.

Il primo tratto è uno stradello in salita che ci porta in pochi minuti all’ingresso della valle della Canalonga: a sinistra essa è delimitata dalle pendici del Puntone della Piastra e a destra dalla Torre di Monzone, mentre in testa alla valle abbiamo il Balzone dove iniziava la teleferica.

Salendo,il panorama alle nostre spalle si apre sulle propaggini del Pizzo d’Uccello, su cui è possibile vedere il sentiero 39 per Aiola. La salita diventa progressivamente più ripida e iniziamo a scorgere, sulla destra in alto, la terrazza panoramica posta di fronte al Balzone (Belvedere o Balzonetto).

Trascuriamo le deviazioni a destra e costeggiamo, mantenendolo sempre a destra, il canale sassoso che percorre la Canalonga, chiamato il Fosso.

A 01h 06’ saliamo a sinistra, per un breve tratto di facili roccette, la via di lizza diventa progressivamente più degradata e a 01h 23’ troviamo giganteschi cavi, ormai arrugginiti, nell’alveo sassoso del canale.

Percorriamo poi un lungo tratto boscoso, nel quale individuiamo segni della via di lizza, tra cui, a 01h 34’, un masso con fori per i piri di legno e l’incisione lasciata dai cavi metallici usati per trasportare il marmo a valle.

La ripidità aumenta e il greto del canale rimane sempre più in basso. A 01h 37’ curviamo verso destra a superare un canale secondario.

A 01h 46’ superiamo un brevissimo tratto in cui la via di lizza è franata, aiutandoci con le mani, poi continuiamo nel bosco tra sfasciumi.

A 1h 54’ siamo fuori dal bosco, nei pressi della parete del Balzone e possiamo vedere bene il tratto della via di lizza intagliato nella parete e la terrazza panoramica posta di fronte alla stazione di partenza della teleferica, che si trova su un picco alla nostra destra.

Il primo tratto richiede di aiutarsi con le mani perchè la via di lizza è nuovamente franata, ma non c’è esposizione, comunque un cavo metallico aiuta nella progressione.

Questa cavo continua anche nel tratto successivo, molto ripido, addossato alla parte montuosa, poiché a destra è cresciuta della vegetazione, infatti il fondo in questo tratto è piuttosto sconnesso.

A 02h 05’ finisce la corda metallica e subito dopo c’è un interessantissimo “forte”, cioè un masso di marmo nel quale sono presenti molti fori per piri di legno e incisioni lasciate dalla corde metalliche.

Ora la via si allarga ad almeno tre metri e la progressione è agevole, nonostante lo strapiombo a destra. Il panorama è molto affascinante sulla valle della Canalonga e sul Balzonetto di fronte a noi, c’è ancora vegetazione sulla via di lizza, sulla parte verso lo strapiombo, e diminuisce solo salendo.

Nel tratto finale ci sono, sulla parete di sinistra, molti fori per i piri della lizzatura e segni molto evidenti lasciati dalla corde d’acciaio durante la discesa dei blocchi di marmo.

A 02h 26’ la via curva decisamente verso sinistra per percorrere il tratto finale, molto ripido, con un orrido canale a destra. Adesso c’è più vegetazione, ma si sale sempre agevolmente e può aiutare un cavo metallico, per quanto piuttosto vecchio e arrugginito che, comunque, poco dopo è sostituito da una nuova corda metallica.

A 02h 37’ finisce la corda metallica e subito dopo, a circa 940 metri, anche la parte più impegnativa del percorso. La via prosegue verso sinistra, diretta alla zona di Pianza e alle cave del Sagro e del Monte Borla. Il percorso si sviluppa tra vegetazione di giovani alberi che sta occupando la sede dell’antica marmifera e a 02h 45’ siamo presso i resti di un ponte, ormai distrutto, e subito dopo c’è il cartello con l’indicazione che il 196 prosegue a destra, scendendo nell’alveo del canale.

Seguendolo si arriva, poco prima della zona di Respettolo, a immettersi nel sentiero 183 per il Rifugio Carrara di Campocecina. Inoltre a pochi minuti dal punto in cui siamo, attraversato il canale, sempre sul 196, c’è la deviazione per il Belvedere: una terrazza panoramica sulla Canalonga che lascia veramente senza fiato (servono circa 20’).

Noi invece proseguiamo in lieve salita per la marmifera, abbandonando il sentiero 196. Subito ci sono dei ruderi con vasca per la raccolta delle acque e ancora più avanti altri ruderi, intanto la via progressivamente si spoglia della vegetazione.

In meno di 10’ cominciamo a vedere le cave del Monte Borla con i loro ravaneti che stanno sconvolgendo la fisionomia di questa zona. A 03h 03’ abbiamo, sulla sinistra, la deviazione per la stazione di partenza della teleferica del Balzone.

Continuiamo per la marmifera (conosciuta come marmifera della Stretta), adesso molto ampia, agevole e panoramica sul monte Sagro di fronte a noi, e a 03h 10’ abbiamo i segni che ci portano verso sinistra a innestarci sul sovrastante sentiero 39. Arriviamo in pochi minuti e proseguiamo verso sinistra.

Adesso abbiamo il monte Borla a sinistra e la Cima Tre Omi a destra e in fondo, dietro di noi, il monte Sagro. Il sentiero, che in realtà è una larga strada, è in leggera salita e ci permette di vedere, più avanti, di nuovo la terrazza panoramica e la Torre di Monzone sulla nostra sinistra.

A 03h 25’ il panorama inizia ad aprirsi su Vinca e sul Pizzo d’Uccello, sostiamo pochi minuti e poi saliamo al Passo dello Zappello che è il punto più alto della nostra escursione (03h 49’).

v Da qua entriamo nel bosco e cominciamo la discesa, il primo tratto è scalinato con uso di tronchi e c’è l’aiuto di una corda d’acciaio.

C’è da dire che tutto questo tratto di sentiero è stato sistemato di recente per renderlo facilmente percorribile anche con neve e ghiaccio, infatti sono state poste molte centinaia di metri di filo d’acciaio a sostituire cavi ormai arrugginiti e inservibili.

Il primo tratto nel bosco è formato da ripidi tornantini resi un po’ insidiosi dalle molte foglie, a 03h 58’ inizia una parte di sentiero più agevole e larga cui segue un tratto di 2’ attrezzato con corda metallica.

Il sentiero è bello, abbastanza largo e a fianco della parete, costruito su una struttura di sfasciumi di roccia: si tratta di un sentiero usato, in passato, dai cavatori di Vinca per andare a lavorare alle cave del Sagro.

A 04h 08’ c’è una deviazione a destra, in salita, che trascuriamo e a 04h 26’ passiamo per un tratto scalinato, con corda metallica, e più avanti ci sono altri tratti attrezzati con corda metallica.

A 04h 41’ il sentiero attraversa un ravaneto e poi continua nel bosco. Più avanti entriamo in un rimboschimento ad abeti a cui seguono anche dei pini, insieme ai locali faggi.

A 05h 08’ siamo su un ponte sul Lucido che ci porta in un paio di minuti presso un rudere con un altarino e poi in un bel castagneto con muri di contenimento.

Più avanti troviamo a destra una casetta, con altre strutture sulla sinistra, e subito dopo una casa ad uso abitazione, ben sistemata, e sul sentiero una panchina di roccia.

A 05h 27’ siamo sulla strada asfaltata che prendiamo verso sinistra. Subito dopo passiamo presso la Maestà dei Cavatori, posta in posizione panoramica sul Pizzo.

Continuiamo a scendere per la strada asfaltata fino a una fontana e a un bivio presso una casa, con le indicazioni dei sentieri, saliamo a destra e siamo subito presso i lavatoi e la chiesa di Vinca. Continuiamo attraverso il paese e a 05h 42’ siamo al punto di partenza.